2° sondaggio tra gli esercenti livornesi

2° sondaggio tra gli esercenti livornesi

Premesse sul metodo e sulle finalità

Innanzitutto, questo è il nostro secondo sondaggio tra gli esercenti di Livorno. Per saperne di più sul primo, incentrato sui temi di informazione, guerra, caro bollette, pandemia, consigliamo di leggere questo articolo.

A differenza del precedente, questo sondaggio è stato strutturato su sole tre domande, riassumibili nelle categorie tematiche di: alimentazione e modalità di pagamento.

Si è scelto anche stavolta di effettuare il sondaggio tra gli esercenti in quanto questa categoria resta la cartina al tornasole del Paese, sia per il suo contatto frequente col pubblico, sia perché ha un potere decisionale diretto su alcune politiche da adottare o meno nei propri locali. Gli esercenti possono guidare oppure ostacolare un trend, adeguarsi oppure opporsi, e le loro decisioni influenzano spesso la loro clientela.

Anche in questo caso il sondaggio è stato condotto dal vivo, a tu per tu con l’intervistato, in modo da poter mantenere costantemente un rapporto umano e consentire, al termine del questionario, il proseguimento di un dialogo più aperto, che lasciasse spazio all’approfondimento dei temi che vengono trattati in modo necessariamente sintetico nella fase di sondaggio.

Confermiamo la tendenza degli esercenti a partecipare senza neanche domandare chi siano i promotori del sondaggio e quale sia la sua destinazione. Continuiamo a ritenere questo fatto sintomatico del bisogno della cittadinanza di poter dialogare e condividere i propri pensieri, il proprio disagio e, in generale, essere ascoltati.

Periodo di sondaggio e altre considerazioni

L’iniziativa è stata condotta in modo anonimo a Livorno tra il 29 marzo e il 05 maggio 2023, e i dati di tutti gli 89 intervistati sono stati aggregati in modo da non rendere possibile l’identificazione del singolo esercente. Non si è utilizzato un criterio preciso nella scelta delle tipologie di esercizi: si va dai tabaccai agli alimentari, dalle erboristerie ai negozi di abbigliamento, dai ristoranti ai ferramenta. L’unica esclusione necessaria è stata a carico delle cosiddette “catene di negozi”, per le quali quasi sempre il gestore non ha realmente voce in capitolo su nessuna tematica riguardante i singoli punti vendita.

Diversamente dal precedente sondaggio, gli esercenti hanno mostrato mediamente una conoscenza poco approfondita di entrambe le tematiche, con un approccio molto istintivo e viscerale alla prima domanda, e uno prevalentemente utilitaristico alla seconda. Sulla terza, si è evidenziata una scarsa consapevolezza di quanto la questione sia attuale e il tema trattato sia in fase di diffusione costante.

Ci auguriamo di poter ripetere ancora almeno una volta all’anno questa iniziativa di raccolta di opinioni, ma soprattutto dialogo e confronto, sempre dando spazio alle tematiche più attuali o a questioni riguardante il futuro prossimo.

Invito a ripetere l’iniziativa

Libertà Livorno invita altresì qualunque movimento o associazione abbia a cuore queste tematiche a portare l’iniziativa in altre città, mettendo a disposizione la lista delle domande e le tabelle da compilare.

Scrivete un’email a info@libertalivorno.it per qualunque domanda o per ricevere il materiale per il sondaggio in formato digitale.

A questo punto, passiamo a mostrare l’elaborazione grafica dei dati raccolti, con un breve commento a ogni domanda del sondaggio.

Domanda 1

Considerando le campagne mediatiche pro-insetti e l’aspetto goliardico della questione, ci si attendeva un risultato meno netto. Quasi l’80% degli intervistati si è espresso in modo sfavorevole all’introduzione degli insetti nel mercato italiano. Forse ancora più significativo, tra gli esercenti di negozi legati alla vendita di alimenti, solo uno si è espresso in modo favorevole.

Le motivazioni più frequenti per il no sono state: il disgusto verso quel tipo di prodotto, l’idea che bisogna prediligere i cibi tradizionali italiani, l’impressione che si tratti di un’imposizione dall’alto.

Le motivazioni più frequenti per il sono state: la convinzione che sia necessario per poter soddisfare in futuro il bisogno proteico della popolazione, il fatto che si mangino già altrove.

Vale la pena sottolineare che l’allevamento di insetti non è assolutamente un modo sostenibile né conveniente per garantire il consumo di proteine all’intero pianeta; e peraltro questa esigenza non esiste affatto, dal momento che la quantità di proteine necessaria è molto inferiore a quella che si consuma abitualmente nei paesi ricchi, e che la quantità di cibo attualmente presente è del tutto sufficiente a sfamare oltre dieci miliardi di persone. Il fatto che in alcune zone del mondo si muoia ancora di fame è dovuto alla pessima distribuzione delle risorse e del danaro.

Inoltre la farina di insetti ha un costo tra le 10 e le 30 volte quello della farina tradizionale, quindi non è neanche un’opzione economica.

Segnaliamo questo articolo piuttosto equilibrato (né pro né contro) per approfondire il tema insetti-alimentazione.

A sondaggio concluso, si è fatto notare che di fatto si verrà a introdurre d’improvviso una categoria di alimenti nuovi senza un periodo di sperimentazioni controllate per accertarsi che non ci siano effetti nocivi. Ascoltata questa considerazione, diversi degli incerti e qualcuno dei favorevoli è rimasto spiazzato, ha ammesso che sarebbe stato più prudente fare ricerca, o ha ammesso di non aver considerato questo aspetto.

Domanda 2

La parte più interessante di questa domanda è stata la discussione sulle motivazioni (rigorosamente effettuata dopo la chiusura dell’intervista, in modo da non influenzare la risposta corrente né le altre).

Se è vero che la stragrande maggioranza degli intervistati (il 61,36%) ha dichiarato di non essere favorevole alla riduzione dell’uso del contante, in almeno la metà dei casi il motivo addotto è stata la presenza di commissioni elevate sui pagamenti elettronici. Quando posti di fronte all’ipotesi “rimozione delle commissioni”, molti dei contrari hanno detto che in tale scenario sarebbero invece più favorevoli ai pagamenti elettronici.

Tra le tre domande questa è stata anche quella con più incidenza di “non sa / non risponde”, cosa abbastanza sorprendente visto che è di gran lunga il tema più conosciuto e che riguarda letteralmente ogni singolo esercente.

Solo pochi dei contrari hanno addotto la questione del maggior controllo (minore libertà) e del rischio di malfunzionamenti con i pagamenti elettronici come motivo della loro risposta negativa.

Domanda 3

Nonostante molti degli intervistati non fossero a conoscenza di molti esempi concreti nella loro stessa città di negozi che avevano sostituito, in tutto o in parte, i cassieri con casse automatiche (come rilevato dopo l’intervista), quasi tutti avevano un’opinione netta. Pochissimi non hanno risposto (il 3,41%), e pochi di più hanno risposto in modo favorevole (il 5,68%).

Un plebiscito del 90,91% si è detto contrario alla riduzione del numero di cassieri in favore di casse automatiche.

La motivazione più frequenti sono state: il fattore lavorativo (meno cassieri uguale meno posti di lavoro); il fattore umano (è meglio rapportarsi con un essere umano); il fattore sociale (è bello farsi anche due chiacchiere quando si va a comprare qualcosa).

 

 

Promemoria dal nostro primo sondaggio

Visto il periodo di grande tensione che stiamo vivendo, ci piace ricordare qui l’esito di una delle 10 domande del nostro primo sondaggio: “è favorevole all’invio di armi in Ucraina?” a cui oltre 7 livornesi su 10 avevano risposto un secco NO.

Dopo molti mesi, continua purtroppo il conflitto e l’Italia continua a gettarvi benzina inviando armamenti in Ucraina, macchiandosi così le mani di rosso (il sangue di ucraini e russi) e di verde le tasche. E ovviamente, continua lo scostamento tra ciò che vuole la gente e quello che fanno i governi.

D’altra parte, la censura sui due quesiti referendari contro l’invio di armi la dice lunga sul livello di democrazia in cui viviamo.

È perciò molto importante dire la propria anche con gli strumenti costituzionali della consultazione popolare, firmando e facendo firmare per far raggiungere le 500mila firme ai due quesiti referendari contro l’invio di armi.

C’è tempo fino al 22 luglio, e tutte le informazioni si trovano in questo articolo.

AGGIORNAMENTO: campagna di raccolta referendaria conclusa. Firme consegnate in Cassazione, in attesa del computo finale.

Conclusioni

Non si può che rilevare una nettissima presa di posizione degli esercenti livornesi contro l’automatizzazione e la disumanizzazione, e una pur sempre netta presa di posizione contro la sparizione del denaro contante e l’arrivo di cibi a base di insetti sulle nostre tavole.

L’augurio è che a queste opinioni facciano seguito anche dei gesti corrispondenti, come il rifiuto di vendere nei propri negozi quei prodotti, e dando una preferenza ai rapporti e alle transazioni tra creature viventi, senza intermediari elettronici di alcun tipo.

Ricominciamo a essere umani.

-Gabriele Nannetti